termiche di sottovento
Martin Gassner
traduzione in italiano di Tiberio Galletti
24 marzo 2007
spesso è sottovento che si trovano le ascendenze più potenti. Ed è sottovento che
si formano, ancora più spesso, pericolosi rotori e forti turbolenze
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«ho scovato una super bomba sottovento»
Il pilota che vi racconta questo è uno spericolato ed è capace di controllare la sua vela
nelle condizioni più ostili. Volare sottovento è spesso sinonimo di turbolenze, vortici
ed altri pericolosi rotori, dunque di rischio estremo di incorrere in un incidente. E se
fosse una credenza sbagliata? Un pilota non dovrebbe essere in grado di giudicare da
solo quando è pericoloso avventurarsi sottovento e quando, invece, si può trovare le
migliori termiche sull’altro versante? Precisiamo che non sto affermando che si
vola nei sottovento. Talvolta, il versante opposto è anche il più sicuro per
volare.
Ogni termica nasce sottovento.
La termica nasce quando l’aria a livello del suolo si riscalda. Si forma allora una
fascia d’aria calda via via più spessa man mano che il riscaldamento va avanti. Ad un
momento in un dato punto, questa massa d’aria calda si distacca dal suolo, solleva la
fascia d’aria più fredda situata sopra e monta nell’atmosfera sotto forma di bolla
termica. Il vento e le turbolenze generate dall’attrito fermano tuttavia la formazione
di uno spessa fascia di aria calda. Le turbolenze disturbano l’aria riscaldata già a
quote basse. Una fascia d’aria calda sufficiente non può formarsi che in posti
riparati. Sottovento ad un ostacolo, per esempio dietro ad un edificio o ad
una collina, l’aria resta calma e può riscaldarsi continuamente fino a che un
disturbo la distacca dal suolo. Il vento che soffia sopra, poi condizionerà la
termica. Il processo è identico, che esso si produca in piccola o vasta scala. E’
per questo che si trovano le ascendenze termiche nel sottovento di semplici
case o modeste colline. Anche dietro a tali flussi ascendenti, c’è una zona
sottovento dove possono formarsi certe nuove ascendenze, ma anche rotori. Per il
pilota delle termiche, il sottovento è quindi allo stesso tempo un amico ed un
nemico.
La misura è determinante.
Sembra dunque giudizioso, anche se non sempre possibile, cercare termiche sopra
ad una zona sottovento (al di sopra dell’ostacolo). E’ necessario porsi a domanda
inevitabile: quando si può volare sottovento in sicurezza e quando invece è troppo
rischioso? La prima e più importante regola è: in caso di dubbio, mai! ma con questa
affermazione non abbiamo risposto alla domanda. Diversi fattori influenzano le
condizioni del sottovento. La dimensione dell’ostacolo è un fattore determinante. Più
la collina o la montagna è grande, più offre una migliore protezione. Nella Jura, per
esempio, non si può volare praticamente mai sottovento, A Ténériffe, invece, si vola
quasi esclusivamente sottovento del Pico del Teide, specialmente a Taucho. Anche
quando il vento dominante supera 50km/h, si può volare nel sottovento. Ovviamente,
ci si deve attendere termiche e correnti potenti appena usciamo dalla zona protetta.
Anche nelle valli alpine è possibile volare in alcuni posti al riparo da venti
forti.
La forza del vento.
Certo, più il vento è debole e meno è pericoloso volare sottovento. La forza del
vento è dunque un altro criterio determinante. Se il vento non supera i 5km/h, volare
nel sottovento non dovrebbe creare nessun problema. Ma se il vento si aggira intorno
ai 20km/h, il sottovento diventa estremamente pericoloso si corrono dei grandi
rischi.
Riscaldamento dovuto all’insolazione.
Una forte insolazione del lato sottovento semplifica significativamente le cose. In
effetti, anche se l’aria sottovento è turbolenta, il sole la riscalda e quest’aria calda si
alza, almeno in teoria. Al Niederhorn, si può, a dispetto di un grande vento da nord,
volare sul versante sud in direzione di Interlaken. Idem a Ténériffe, dove il
decollo di Taucho è orientato a sudovest, col sole di mezzogiorno in fronte.
Altri siti riparati, Monaco per esempio, beneficiano di condizioni termiche
analoghe.
Stabilità dell’aria e configurazione del rilievo.
La stabilità dell’aria e la forma del rilievo sono altri fattori importanti. Più
l’aria è stabile, più c’è tendenza a smaltirsi sulla collina. Di fronte ad una
montagna conica, è più facile che l’aria, a livello energetico, aggiri l’ostacolo.
Nel caso in cui la montagna offra, invece, al vento una faccia lunga diversi
chilometri, la corrente è costretta a scavalcarla. L’una e l’altra alternativa, passare
sopra o intorno, hanno un’influenza importante sulle condizioni sottovento al
rilievo.
Se l’aria non ha altra strada che scontrarsi con la montagna la stabilità della
fascia atmosferica e l’insolazione del lato sottovento del rilievo determinano queste
condizioni. Quando la fascia è stabile, l’aria si riabbassa appena arrivata dall’altra
parte. I rotori del sottovento si mescolano con le bolle termiche, formando una massa
estremamente turbolenta. Se la fascia è instabile, l’aria non si riabbassa
immediatamente, ma continua ad alzarsi ancora un po’, in particolare se il flusso si
stacca all’incontro di una evidente discontinuità. Nella zona protetta sottovento
possono formarsi delle ascendenze termiche potenti, che non permettono
al flusso di scendere sotto la cresta portandolo così sempre più lontano,
ben oltre il lato sottovento. Affrontando una montagna di forma conica,
l’aria ha la tendenza a passare intorno. Sopravento la corrente si divide,
formando una zona di divergenze. Sottovento i diversi flussi si riuniscono e
formano una zona di convergenza che favorisce la formazione di ascendenze,
specialmente quando l’aria è attiva termicamente parlando. In assenza di attività
termica è lecito aspettarsi delle discendenze anche potenti invece che delle
ascendenze.
E’ alla periferia del sottovento che si trovano abitualmente le più forti turbolenze.
Quando siamo al centro del sottovento, spesso non si corre alcun rischio. Le più forti
turbolenze si manifestano alla zona limite, per esempio proprio dietro la cresta in una
termica, coloro che vogliono avventurarsi sottovento dovranno volare al centro del
sottovento, nella zona protetta. E’ più pericoloso sfiorare il sottovento o stare nella
sua zone limite.
Riassumendo
Prima di ogni volo sottovento, conviene esaminare i fattori seguenti:
- forza del vento
- dimensioni dell’ostacolo, della montagna
- stabilità dell’aria
- insolazione costone sottovento
- forma della montagna
Impossibile dare delle regole chiare e precise allo scopo di prendere la decisione. Ognuno
deciderà per sé, in funzione della propria esperienza e delle proprie capacità, se può
tentare un volo sottovento e saprà controllare le turbolenze che rischia di
incontrare.
Volare sottovento dovrebbe rimanere riservato ai piloti esperti. Quando le
condizioni sono chiaramente identificabili, si può tentare un volo sotto la guida
di un collega molto esperto. Ma non dimenticate: in caso di dubbio, mai!